lunes, 28 de junio de 2010

Cantucci para la fiesta de un repollito de Bruxelles

versione italiana in basso

Los que leen este blog lo saben..
Saben quien es el Repollito de Bruxelles (il cavoletto de bruxelles), hablamos de ella aquíaquí, y estuvimos cocinando con ella Milan.
La "Cavoletta" en cuestión ha escrito un libro que recopila recetas de su blog y otras cosas.
Bueno, el libro es simplemente maravilloso: las fotos son extraordinarias, las recetas mezclan historia personal con curiosidad hacia los sabores y los gustos mas diferentes. Es un viaje que desde Bélgica, pasa por varios países europeos, llega a Japón y vuelve a la hora del té.


Sería muy bueno que se pudiera traducir al castellano.....(@Sigrid:  te juro que no voy a borrar lo que es con gluten, quizás se pueda hacer una doble traducción: al castellano y también al gluten free...eh ehe..).
Sigrid decidió festejar su libro pidiendo a sus lectores una interpretación  las recetas que están en el mismo y yo encantada, participo a su fiesta con una versión muy original de un tipo de "biscotti" tradicionales toscanos: i cantucci. 


Los cantucci tienen origen en Prato cerca de Florencia y son galletitas crocantes con almendras que se comen con un vino dulce, el  "vin santo".
En la versión de Sigrid tienen te´y pistachos, y yo los transforme' en gluten free.


Ingredientes:
  • 3 cucharadas de te´ con  jazmín*
  • 2 huevos
  • 3 yemas
  • 125 gr de azucar
  • 125 gr de azucar de caña
  • 160 de maizena (almidon de maiz)
  • 240 de harina de arroz
  • 1 pizca de sal
  • 2 cucharadas de polvo de hornear *
  • 100 de pistachos
  • 1 huevo para pincelar
* apto para celiacos

Triturar en un mortero el te'.
Batir los los huevos y las yemas con los azucares.
Mezclar la harina de arroz, la maizena, la sal, el polvo de hornear y el te'.
Incorporar a los huevos. Agregar los pistachos.
Obtendrán una masa bastante pegajosa pero que se puede trabajar con las manos, si resulta demasiado blanda agreguen harina de arroz. Si la hacen descansar un rato antes de trabajarla, mejor.
Sobre una fuente amplia cubierta con silpat o papel manteca enmantecado formar cuatro rollitos de 3 cm de ancho y 2 de espesor . Distancienlos bien porqué durante la cocción se van a desparramar. 
Pincelar la superficie con 1 huevo batido y poner en un horno precalentado a 180 grados por 20 minutos aproximadamente. Sacar la fuente del horno y cortar diagonalmente los rollos. Poner de nuevo a cocinar hasta que estén dorados...y obtendrano estos riquisimos cantucci.
A comer con un buen Malamado


I CANTUCCI PER LA FESTA DEL CAVOLETTO DI BRUXELLES

(nb...la traduzione e' letterale...per cui tante cose per gli italiani saranno un po' ridondanti...)

Quelli che seguono il blog lo sanno...
Sanno chi e' il Cavoletto di Bruxelles  abbiamo parlato di lei quí, quí,  e abbiamo cucinato con lei a Milano.
La "Cavoletta" in questione ha scritto un libro che raccoglie le ricette del suo blog e altre cose. 
Bene, il libro e' semplicemente meraviglioso: le foto sono straordinarie, le ricette mescolano la storia personale con la curiosita' verso i sapori e i gusti piu' diversi. E' un viaggio che dal Belgio passa attraverso vari paesi europei, arriva in Giappone e torna per l'ora del te´.
Sarebbe bello se si potesse tradurre in spagnolo...(@Sigrid: ti giuro che non cancellerei le ricette con il glutine, magari facciamo una doppia traduzione in spagnolo e in celiachese...eh eh).


Sigrid ha deciso di festeggiare il suo libro chiedendo ai suoi lettori di interpretare una ricetta e io sono felice di partecipare a questa festa con una versione molto originale di un tipo di biscotto tradizionale toscano: i cantucci.  
I cantucci sono originari di Prato, vicino a Firenze e sono biscotti croccanti con le mandorle che si mangiano con un vino dolce: il vin santo.
Nella versione di Sigrid hanno te' e pistacchi e li  ho trasformati in gluten free. 



Ingredienti:
  • 3 cucchiai di  te´ al gelsomino*
  • 2 uova
  • 3 tuorli
  • 125 gr de zucchero
  • 125 gr de zucchero di canna
  • 160 de maizena (amido di mais)
  • 240 de farina di riso
  • 1 pizzico di sale
  • 2 cucchiai di lievito per dolci *
  • 100 de pistacchi (di bronte...ma quelli che ho usato non so da dove venivano...)
  • 1 uovo per spennellare 
* gluten free

Triturare in un mortaio il te'.
Battere le uova con tuorli e gli  zuccheri.
Mescolare la farina di riso, la maizena, il sale, il lievito e il te'.
Incorporare alle uova. Aggiungere i pistacchi. 
Si otterrá un impasto abbastanza appiccicoso ma che si riesce a lavorare con le mani, se risulta troppo molle aggiungere un po' di farina di riso. Se si fa riposare un po' e' meglio.
In una teglia  foderata con silpat o carta forno formare 4 rotolini di 3 cm di larghezza e 2 di spessore. Distanziarli bene perche' in cottura tendono ad allargarsi.
Spennalare la superficie con 1 uovo battuto e cuocere in un forno caldo a 180 gradi per circa 20 minuti. Togliere la teglia dal forno e fare dei tagli in diagonali nei rotolini  Rimettere in forno fino a che siano dorati.
Gustare con un buon Malamado...






Festa











viernes, 25 de junio de 2010

Las barritas de cereales y un poco de psicologia




Ayer fue un día confuso. 
El hecho es que retiraron del mercado unas barritas de cereales gluten free que gluten free no eran...la informacion la encuentran aqui y aqui.
Un  poco triste no? O peor....
Como necesitaba suporte moral le pedi' a mi amiga Nadia Brailovsky , joven psicologa, de escribir algo sobre la celiaquia para el blog y esto es lo que me mandó....para pensar...


"Es habitual escuchar la expresión “soy celíaco”, y seguramente quién dice esto también es padre o madre, hijo, amigo, profesional, etc. Entonces podríamos preguntarnos: ¿cuánto de lo que somos abarca una enfermedad que padecemos?
 Evidentemente un diagnóstico como el de celiaquía cambia la vida de un sujeto.  A partir de allí ya no será el mismo. En primer lugar se modificarán sus hábitos alimentarios, aunque no solo eso, ya que seguramente se cambiarán muchas otras costumbres de su vida cotidiana (como ir o no a algunos restaurantes, hacerse ciertos controles médicos, etc). Sobre todo tendrá que convivir con ciertas restricciones que antes no tenía.
Sin embargo todos los sujetos, (aunque a veces tengamos la ilusión de que podemos hacer “cualquier cosa”), estamos afectados por ciertos limites, por lo que no podemos. 
 Los “no” a los que nos vemos sometidos tienen distintos nombres: una restricción con respecto a un tipo de alimentos, no tener un cuerpo perfecto, no poder acceder a todos lo bienes que propone el mercado, y la lista podría seguir
Cuando desde el psicoanálisis se dice que la falta es estructural, en parte se trata de que todos tenemos que convivir con algo que no hay, que no se puede o que no funciona.
 Tal vez se trate de pensar qué hacemos con lo que marca un límite. En principio me interesa cuestionar el que de eso se haga un ser. Seguramente alguien que padece esta enfermedad dirá “soy celíaco” ante la primer galletita que se cruce en su camino. Esto es parte de los usos y costumbres, de cómo nos expresamos habitualmente. La cuestión es si realmente cree que ES eso, o al menos solo eso.
Me parece más interesante pensar que no hay una palabra que defina plenamente a un sujeto, que todos somos muchas cosas al  mismo tiempo. 
Tal vez descubrir algo de esto sea un desafío."


LE BARRETTE DI CEREALI E UN PO' DI PSICOLOGIA

Ieri e' stato un giorno confuso. 
Il fatto e' che hanno ritirato dal mercato delle barrette di cereali gluten free che gluten free non erano, l' informazione la trovate, in spagnolo, qui qui.
Un  po' triste,  no? O peggio....
Siccome avevo bisogno di supporto morale ho chiesto alla mia amica Nadia Brailovsky , giovane psicologa, di scrivere qualcosa sulla celiachia nel blog e mi ha mandato questo...per pensare...  

"E' abituale ascoltare l'espressione "sono celiaco", e  sicuramente chi lo dice e' anche  padre o madre, figlio, amico, professionista, etc. Allora ci si puo' chiedere quanto di cio' che siamo dipende da un malattia di cui soffriamo ?
E' evidente che una diagnosi come quella di celiachia cambia la vita del soggetto. Dal quel momento non sará piu' lo stesso. In primo luogo modifichera´ le abitudini alimentari, e non solo quelle, sicuramente cambieranno altre aspetti della sua vita quotidina (come andare o no in un determinato ristorante, farsi determinati controlli medici, ecc.). Dovra' convivere con certe restrizioni che prima non aveva.
Tuttavia tutti i noi soggetti (sebbene abbiamo l'illusione che possiamo fare "qualsiasi cosa") siamo colpiti da qualche limite, in base ai quali "non possiamo".
I "no" a cui siamo sottoposti hanno differenti nomi: restrizioni verso alcuni tipi di alimenti, non avere o pensare di non avere un corpo perfetto, non poter accedere a tutti i beni che propone il mercato, e l'elenco potrebbe continuare.
Quando dal punto di vista della psicolanalisi di dice che la carenza e' strutturale, in parte si considera che tutti dobbiamo convivere con qualcosa che non c'e', o che non funziona.
Forse e' necessario pensare che cosa facciamo con quanto ci pone un limite. 
In principio mi interessa mettere in discussione il fatto che questo limite diventi l'essere.. Sicuramente chi soffre di questa sindrome dirá "sono celiaco" di fronte al primo biscotto che gli passi davanti. Ció e' parte degli usi e delle abitudini, di come ci esprimiamo comunemente. Il problema si pone se veramente si crede che si E' la definzione del limite. 
Mi sembra piu' interessante pensare che non esista una parola che definisce pienamente un soggetto, che tutti siamo molte cose allo stesso tempo.
Forse scoprire qualcosa di tutto ció sia la sfida"

miércoles, 23 de junio de 2010

Il mare in inverno e una salsa criolla.

versión  castellana abajo (por obvios motivos, mis amigos argentinos ya conocen todo esto...).
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Siamo stati al mare.
Il mare d'inverno che ha il profumo speciale, un'energia e una forza che libera verso l'infinito.


E per arrivare abbiamo attraversato la vertigine orizzontale della Pampa con l'orizzonte a 360 gradi. 


Siamo passati dal sacro al profano


con l'immancabile mate. Fino a un bosco inventato con tanto di  gnomi.



che vendono dolcetti proibiti.....


e alla fine abbiamo respirato il blu oceano, con una altra vertigine di infinito pensando che dritti davanti a noi non c'e' che il mare, il mare e il mare. 





e dopo tanta metafisica, ci e' venuta fame ecco ! 
E allora dopo aver visto tante mucchine libere e gioconde al pascolo,  che c'e' di meglio di carne asada (alla griglia) condita con la salsa criolla  (i vegetariani ci perdonino)..?





La salsa criolla é un condimento a base di verdura che si usa generalmente con la carne cotta alla griglia o al forno e contribuisce a darle un tocco fresco, si usa infatti anche con carni abbastanza grasse come le salsiccie, le animelle.  In realtá e' talmente semplice e con sapori basici che si combina con tantissimi altri 

Ingredienti:
  • 2 pomodorri
  • 1/2  peperone rosso
  • 1/2  peperone verde
  • 2 cipolotti
  • 1 cipolla di medie dimensioni
  • 1 tazza di olio di oliva
  • 1/2 tazza di aceto
  • sale, pepe, e cumino (se piace)

Tritare la cipolla, eliminare i semi dei peperoni e dei pomodori e tagliarli a dadini. Tagliare sottile la parte verde del cipolotto.  Mettere le verdure in una ciotola. 
Preparare una vinagrette con l'aceto, l'olio il sale e il pepe e condire le verdure. Regolare di sale e pepe e se piace aggiungere un po' di cumino.
Lasciarla riposare un paio d'ore prima di utilizzarla.

Per il resto non c'erano molte soluzioni gluten free nel bosco, ma eravamo organizzati con pani e dolcetti...ma questo alla prossima puntata (come in ogni telenovela che si rispetti...e siamo nel paese delle telenovelas)


EL MAR EN INVIERNO Y UNA SALSA CRIOLLA

Nos fuimos al mar.
El mar en invierno,  que tiene un perfume especial, una energía y una fuerza que libera hacia el infinito. 
Para llegar  hemos atravesado el vértigo horizontal de la Pampa con el horizonte a 360 grados.
Pasamos de sagrado a lo profano con el infaltable mate, hasta a un bosque inventado con duendes que venden golosinas prohibidas...
Y finalmente hemos respirado el azul océano, con otro vértigo de infinito pensando que derecho, adelante de nosotros no hay que mar, mar, y mar,
e alla fine abbiamo respirato il blu oceano, con una altra vertigine di infinito pensando che dritti davanti a noi non c'e' che il mare, il mare e il mare. 

Bueno, después de tanta metafísica, nos agarró hambre,  ola'!  Y entonces despues de haber visto tantas vacas libres y contentas, pastando, que hay mejor que un matambre tiernizado con salsa criolla ? (Nos perdonen los vegetarianos..)

Es necesaria la receta ?...si es necesaria, este es un blog de cocina y cosas varias...

Ingredientes 
  • 2 tomates
  • 1/2  pimiento morrón rojo 
  • 1/2  pimiento morrón verde
  • 2  cebollitas de verdeo
  • 1 cebolla mediana
  • 1 taza de aceite deoliva
  • 1/2 taza de vinagre 
  • sal, pimienta, y comino (si gusta)

Picar la cebolla, eliminar las semillas de los morrones y de los tomates y cortalos en daditos chiquitos.
Cortar la parte verde de las cebolitas de verdeo en tiras muy finitas.
Poner todas la verduras en un bol. Preparar una vinagrette con aceite, vinagre, sal y pimienta y condimentar las verduras mezclando bien. Si gusta agregar comino.
Dejar descansar un par de horas antes de utilizar la salsa.

En general no había muchas soluciones gluten free en el bosque, pero estábamos listos con todo: panes, cakes ...pero esto al próximo episodio (como en cada novela seria... en el país de las telenovelas)






jueves, 17 de junio de 2010

Pancitos


Últimamente cuando me invitan a comer y pregunto: "¿Y que te llevo?" , la respuesta es: "Traete un pan..." .
Claro,  el pan sin gluten no es tan fácil de encontrar, y las alternativas tipo galletitas de arroz no siempre entran en las alacenas de mis amigos (en realidad entran solo en periodo de ascetismo y dieta...).
Así que llego un pan bajo el brazo, como los bebés....
Esta versión esta´ hecha con un mix de harinas sin gluten que encontre´ aqui´ y que tiene dos ventajas: se puede hacer en cualquier lado del mundo, no tiene el gusto medio dulzon de algunas premezclas.

Ingredientes:

Para el mix:

  • 300 gr. de harina de arroz
  • 120 gr de facula de mandioca
  • 50 gr. de almidon de maiz
  • 80 gr de leche en polvo
  • 10 gr de xantano
  • 3 cucharaditas de sal
  • Mezclar todos los ingredientes muy bien.

Para el pan:

  • 560 gr de mix para pan
  • 340 ml de agua tibia
  • 50 gr de levadura fresca
  • una cucharada de azucar 
  • aceite de oliva

Como se hace:
Poner la levadura en 120 ml de agua tibia con la cucharada de azúcar y una cucharada del mix de harinas y dejar espumar por un 15 minutos aproximadamente.
Poner el mix de harinas en un bol y volcar el fermento en el mix de harinas.
Agregar de a poco el resto del agua. Trabajar hasta lograr una masa  suave y  elástica y que se despega de las manos.
Formar un bollo, cubrirlo con un film y dejar levar por 30-40 minutos.
Precalentar el horno a 220 grados.
Enharinar la mesada con harina de arroz, sacar la masa del bol y formar unos pancitos redondos con las manos. Pincelar los pancitos con una emulsión de agua y aceite.
Cocinar en horno caliente durante 20 minutos aproximadamente.

Consejo de hacer pancitos  chiquitos que quedan crujientes
Para el xantano pueden encontrar varias direcciones donde lo venden aqui.


PANINI


Ultimamente quando mi invitano a mangiare e chiedo: "¿E che cosa ti porto?" , la risposta é: "Portati un pane." .

Certo,  il pane senza glutine non e' facilissimo da trovare (almeno da queste parti) e le alternative tipo le gallette di riso non sempre fanno parte della dispensa dei miei amici (veramente le trovo quando sono in fase ascetica e dietetica..).
Cosi' arrivo con il mio pane sotto il braccio, come i bebe'...si si da queste parti si dice che i  bambini arrivano con un pane sotto il braccio (vi ricordate il vecchio concetto di proletariato? piu' figli, piu' pane...).
Questa versione e'  fatta con un mix di  farine senza glutine che ho trovato qui´ e che ha due vantaggi: si puo' fare quasi in qualsiasi parte del mondo, e non ha il sapore mezzo dolce di alcuni preparati. 

Ingredienti:

Per il mix:
  • 300 gr. di  farina di riso
  • 120 gr di farina di tapioca 
  • 50 gr. di almido di  maiz
  • 80 gr di leche en polvo
  • 10 gr di  xantano
  • 3 cucchiani di sale 
  • Mezclar todos los ingredientes muy bien.

Para el pan:
  • 560 gr de mix per pane
  • 340 ml de acqua tiepida
  • 50 gr di lievito di birra 
  • un cucchiaio di zucchero 
  • olio di oliva

Come si fa:
Mettere il lievito in 120 ml di acqua tiepida  con un cucchiaio di zucchero e uno del mix di farine e lasciare spumare per 15 minuti circa. 
Mettere il mix di farine in una ciotola e versare il lievito . Aggiungere il resto del acqua un po' alla volta e impastare fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica, che non si attacca alle mani. (Chi ha il Bimby puo' mettere nel boccale tutti gli ingredienti, amalgamarli a velocita' 5 per qualche secondo, e poi impastano con la funzione spiga per un paio di minuti).
Formare una palla e coprire l'impasto con una pellicola e lasciare lieviare per  30-40 minutos.
Scaldare il forno a 220 gradi.
Infarinare il piano di lavoro con farina di riso, togliere l'impasto dalla ciotola e formare dei paninetti rotondi.  
Cucinare in forno caldo per 20 minutos circa.
Consiglio di fare panini piccolini che restano croccanti. 

martes, 15 de junio de 2010

Los repollitos de bruselas son ricos crudos


versione italiana in basso

Los repollitos de Bruselas tienen mucha personalidad.
El sabor semiamargo y concentrado, para algunos hasta sulfuroso quiizas no los sepan cocinar bien...), hace que esta verdura se odie o se ame.
Empecé a amarlos mas que nada por una cuestión estética: los repollitos de bruselas son lindos. Son miniaturas, son armoniosos, son chiquitos, tienen un verde suave con varias matices.
Después me enamoré también del sabor fuerte, pero que se casa con casi todo: ingredientes suaves, como la salsa blanca, o fuertes, como la panceta.
Y los repollitos de bruselas hacen bien, por lo menos así parece.
Lo que no pensaba era comerlos crudos. Y estaba equivocada...realmente son casi mas ricos crudos que cocinado.
¿La idea quien me la dió?
Pero, ¡ el mismisimo cavoletto di bruxelles (rebollito de bruselas..) !
Y esta es una traducción/adaptación de  su receta:  rapida y gustosa para una ensalada fuera de los esquemas tradicionales.

Ingredientes:
  • repollitos de bruselas
  • una manzana
  • una cucharada de castañas de cajú (anacardos)
  • unas laminas de queso sardo
  • aceite de oliva
  • una cucharada de pasas de uva
  • una nuez de manteca
  • jugo de un limon
  • una cucharadita de azucar

Limpiar los repollitos de las hojas externa y del tallo. Cortarlos finamente y condimentarlos con jugo de limón y aceite.
Tostar las castaña de cajú por algunos minutos en una sarten o en el horno.
Caramelizar la manzana cortadas en laminas cocinandola unos minutos con un poco de manteca y el azúcar.
Juntar todos los ingredientes y agregar las laminas de queso. Salpimentar a gusto y mezclar bien todo..
Et voila´una crujente e fresca ensalada, llenas de sabores que se contrastan armoniosamente entre ellos..
La receta original de Sigrid prevee que se utilizen piñones y avellanas  en vez de castañas de cajú y como queso el pecorino romano y no pone las pasas de uva. como no encontre' los ingredientes (causa prisa) hice una adaptacion que no es nada mal....


I CAVOLETTI DI BRUXELLES SONO BUONI CRUDI


I  cavoletti di Bruxelles hanno molta personalitá.
Il sapore leggeremente amaro e concentrato, alcuni lo defininiscono adirittura solforoso (forse non li cucinano bene...),  fa se si che questa verdura o si ami o si odi.
Ho cominciato ad amarli piu' che altro per una questione estetica: sono belli, sono delle miniature, sono armonici, piccolini  e hanno un verde inteso con tantissime sfumature.
Poi mi sono innamorata del sapore forte, che si sposa bene con quasi tutto: infredienti soavi come la beschamel o forti come la pancetta.
Inoltre i cavoletti di bruxelles fanno bene, almeno cosí pare.
Non avrei mai pensato di mangiarli crudi, peró.. E avevo torto perche',  é´vero , sono quasi piú buoni crudi che cotti.
E l'idea chi me l'ha data?

Ma il  cavoletto di bruxelles  in persona !

Questa volta non c'e traduzione: seguite  il link.

Nella traduzione/adattamento che ho fatto ho sostituito le nocciole e i pinoli che non avevo trovato (per fretta e voglia di mangiare i cavoletti) con anacardi, uva passa e ho usato un formaggio argentino piú delicato del pecorino romano.
E' l'insalata che ha avuto maggior successo tra quelle che ho fatto  !

viernes, 11 de junio de 2010

Los cookies de la felicidad



versione  italiana in fondo

He descubierto  hace unos días que ella había organizado un juego con las recetas de la felicidad, o sea recopilar aquellas comidas que son de consuelo y conforto y aseguren un momento de beatitud terrenal, esa cosa que "no es suficiente, pero ayuda" también en los momentos mas oscuros.   
El concepto de felicidad es complejo, abstruso y sumamente subjetivo.
En la película Manhattan, Woody Allen hace un elenco de las cosas para las cuales vale la pena vivr y entre ellas estaban también los cangrejos de Sam Wo...
Yo ahogo mis tristeza en el te´ con galletitas..
Y estas son las coockies de la felicidad (no tienen adentro ningun mensajes tipo galletita china..eh eh .).
Son "drop cookies", o sea "galletitas caidas" pues una masa blanda se hace caer directamente sobre la placa del horno con una cuchara.
Según los historiadores de la cocina, se utilizaba una cucharada   de la preparación de las tartas sobre una fuente para testar la temperatura del horno antes de cocinar las mismas: no habia termostatos en una epoca.
Con este sistema las "cookies" se trasladaron en USA con los primeros imigrantes ingleses y olandeses y se anglicizó la palabra olandes koekje, o sea pequeña tarta en coockie.
La preparación se hizo independiente, en efecto se empiezan a mencionar los coockies solo en 1700, y evoluciono' en las galletitas ahora conocemos y que tienen un sin fin de texturas y sabores.

Ingredientes:
  • 160 gr de manteca pomada
  • 120 gr de azúcar blanco
  • 120 gr de azúcar rubia
  • 1 cucharadita de esencia de vainilla*
  • 1 huevo
  • 80 gr de agua
  • 250 gr de chocolate picado*
  • 70 gr de almendras picadas
  • 10 gr de polvo de hornear*
  • 200 gr de harina sin gluten (premezcla)
* apto para celiacos

Como se hace:

Batir la manteca con los dos tipos de azucares y la esencia de vainilla hasta que se forme una crema. 
Incorporar a la preparación el huevo y el agua, mezclado.
Amalgamar el chocolate, las almendras y el polvo de hornear y la premezcla.
Precalentar el horno a 160 grados.
Unir todos los ingredientes secos a la crema de manteca y huevo  amalgamando bien todos los ingredientes.
Cubrir una placa para horno con papel manteca o un silpat.
Con una cucharadita o una manga de pastelero formar unos montoncitos con la preparación teniendo cuidado de dejar una cierta distancia entre uno y otro pues se pueden expandir.
Cocinar en el horno caliente a 160 grados por 15 minutos aproximadamente. 
Las coockies están listas cuando tienen un ligero color dorado y queda la huella de la yema de los dedos cuando se tocan. Si están demasiado cocidas  son muy oscuras y crujientes, si están cruda son un poco gomosas.
Una vez cocida sacarlas del horno y dejarlas enfriar y retirarlas con la ayuda de una espátula.....
..y felicidad... 

I Coockie della felicitá



Ho scoperto qualche giorno fa che  lei  aveva organizzato un contest con le ricette della felicita', ossia quelle che sono di consolazione e conforto e assicurano momenti di beatitudine terrestre, le ricette di  quella cosa che "non basta ma aiuta",  anche nei momenti piú bui.
Il concetto di felicita' é complesso, astruso e ampiamente soggettivo.
Ho provato a mettere la parola felicita' in google e mi appare una lunga serie di link alla canzone di Al Bano e Romina....de gustibus...  Oddio una ricettina la danno anche loro "la felicita' é un bucchiere di vino con un panino tralla lla lla"  
In Manhattan, Woody Allen fa un elenco delle  cose per cui vale la pena vivere, tra le quali i granchi di Sam Wo...
Io affogo le mie tristezze nel te con i biscotti.
E questi sono i biscottini o coockies della felicitá (dentro non c'e' nessun messaggio tipo biscottini cinesi.eh eh..).
Sono "drop cookies", letteramente "biscottini caduti",  dato che l'impasto morbido si fa cadere direttamente una placca da forno con un cucchiaio.
Pare che in tempi piú remoti si utilizzasse una cucchiata dell'impasto delle torte su una teglia per testare la temperatura del forno prima di cuocere la torta stessa, non c'erano i termostati a quei tempi...
Con questo sistema i  "cookies" si sono trasferiti negli  USA con i primi immigranti inglesi y olandesi e si inglesizo' la parola olandese  koekje, piccola torta, in coockie.
Questa preparazione e' diventata poi indipendente,  si conminciano a menzionare i coockies solo nel 1700, e si evolse  fino all'infinitá varieta' di sapori, formati e consistenze che oggi conosciamo.

Ingredienti:
  • 160 gr de burro morbido 
  • 120 gr de zucchero semolato 
  • 120 gr de zucchero di canna 
  • 1 cucchiano di essenza di vaniglia*
  • 1 uovo
  • 80 gr di acqua
  • 250 gr di cioccalato triturato *
  • 70 gr di mandorle tritate 
  • 10 gr di lievito per dolci *
  • 200 gr di farina senza glutine (tipo Schar)
* apto para celiacos

Come  si fa:

Montare il burro con i due tipi di zucchero e l'essenza di vaniglia fino a ottenere una crema.
Incorporare l'uovo e l'acqua mescolando. 
Mecolare il cioccolato, le mandorle, il lievito e la farina senza glutine.  
Prescaldare il forno a 160 gradi.
Unire tutti gli ingredienti secchi alla crema di burro e uovo battendo delicatamente.
Ricoprire una placa da forno con carta forno o un foglio di silicone o un silpat.
Con un cucchiano o una tasca da pasticciere formare dei mucchietti avendo cura di mantenerli separati uno dall'altro perché tendono a espandersi.  
Cucinare in forno caldo a 160 gradi per 15 minuti circa.
I coockies sono pronti quando hanno un leggero colore dorato e toccandoli  resta impressa l'orma delle dita sulla superficie. Se sono troppo cotti sono scuri e troppo friabili, se sono cruidi sono un po' gommosi. 
Una volta cotti tiglierli dal forno, lasciarli raffreddare e staccarli con l'aiuto di una spatola...
...e felicita´....

Con questa ricetta partecipo al contest di Juls'Kitchen Ricette per la felicitá







miércoles, 9 de junio de 2010

Comida del super héroe o estofado a la Jamie Oliver



versione italiana in fondo

Mi cocina es : archivo de todos los papeles que llegan a la casa, la mayoría son de cosas para pagar..sigh, una librería con libros y revistas de cocina esparcidos por la mesada, un escritorio con los papelitos memorandum de todos, los papelitos se acumulan y nos olvidamos las cosas igualmente.
Pero,  sobre todo mi cocina recibe todos los jueguitos que les regalan varias marcas de productos a los niños y que tienen dimensiones ínfimas,  son de varia clase y genero, y parece que se reproducen por la noche: se los tira a la tarde y reaparecen a la mañana.
Ahora estamos llenos de super heroes, no se si buenos o malos, supongo que sean buenos, espero...
Como empieza a hacer frío,  mirando fijamente a los ojos del super heroe negro que tiene una predilección para la maquina para hacer el pan le pregunte': ¿que comen los super heroes cuando hace frio ?
Se supone consumen unas cuantas calorías. 
El super heroe con una sonrisa a la george (clooney , of course) me contesto': "a nosotros nos gusta jamie".
"¿Quien?¡? "
"Jamie, baby, Jamie Oliver, es uno de los nuestros.." (esto lo dijo en voz bajisimas, debe de ser un secreto..)
"Ah ese Jamie, el que esta' tratando de enseñar a cocinar a los anglosajones, el que se empeñó a mejorar los comedores escolares empuñando espaguetis y tomates, el que cultiva sus verduras y fruta personalmente...Ese Jamie ?"
"Yeah, baby.."
"La verdad que la tarea es bastante de super heroe, el cuerpo digamos que no le da muchísimo...no es tan tan flaquito, digamos...mas estilo mr wonder...pero,  si,  en definitiva dada la dificultad de la misión que se propuso lo podemos considerar un super heroe.¿.Que hacemos ? ¿carne?"
"Yeah baby" (no tienen nucho vocabulario los super heroes).

Así' que vamos con el estofado de Jamie Oliver, o mejor dicho,  uno de los tantos. Este tiene la ventaja que no hay que sellar la carne y se armonizan los sabores con una larga cocción a fuego bajo.

Ingredientes:
  • Aceite de oliva
  • 1 nuez de manteca
  • 1 cebolla picada
  • unas hojas de salvia fresca
  • 800 gr de roastbeef o otro corte de carne para estofado cortado en cuadraditos de 5 cm aproxim.
  • maizena para rebozar
  • 2 zanahorias
  • 500 gr de papas
  • media calabaza cortada en rodajas
  • 2 cucharadas de salsa de tomate
  • media botella de vino tinto (yo usé un cabernet sauvignon
  • 250 ml de caldo de verdura
  • ralladura de un limon
  • unas hojitas de romero
  • 2 gajos de ajo picado

Como se hace 

Precalentar el horno a 160 grados (muy bajo). En una cacerola sofreír la cebolla con las hojas de salvia. Mientras tanto rebozar la carne con la maizena y ponerla en la cacerola con todas la verdura, la salsa de tomate, el vino y el caldo y mezclar todo. Salpimentar. 
Cuando todo este' hirviendo tapar la cacerola y pasarla en el horno (o transferir todo en una fuente cubierta) y cocinar hasta que la carne sea muy tierna. Puede tardar 3 o 4 horas...
A la hora de servir la carne condimentarla con un poco de la mezcla de: ralladura de limón, las hojas de romero y el ajo picado. Le dara' mucho perfume.
Si quieren puden agregar otros tipos de raices:  nabo ect...

Comer acompañado con un buen vino tinto...


IL CIBO DEL SUPER EROE O LO STUFATO ALLA JAMIE OLIVER



La mia cucina é: un archivio di tutte le carte che entrano a casa, la maggioranza sono bollette da pagare..sigh, una libreria con libri di cucina e riviste sparse per tutto il piano lavoro, una scrivania piena di foglietti memorandum di tutti, i foglietti si accumulano e noi ci dimentichiamo le cose lo stesso. 
Ma soprattutto la mia cucina riceve quei giochetti che regalano le varie marche dei cosiddetti prodotti per bambini che hanno delle dimensioni infime, sono di varia classe e genere e sembra che si riproducano la notte: si buttano via la sera e si riappaiono la mattina.
Adesso siamo pieni di super eroi, non so se buoni o cattivi, suppongo che siano buoni, almeno spero...
Siccome inizia a fare freddo, ho fissato lungamente negli occhi il super eroe nero che ha una predilezione per la macchina del pane e gli ho chiesto: che mangiano i super eroi quando fa freddo? Presumo che consumino molte calorie. 
Il super eroe con un sorriso alla george (clooney, ovviamente) mi ha risposto: a noi piace Jamie.
"Chi?¡?"
"Jamie, baby, Jamie Oliver, e' uno dei nostri...." (questo me lo ha detto sottovoce, deve essere un segreto) "Ah quel Jamie, quello che sta cercando di insegnare a cucinare agli anglosassoni, che si e' impegnato a migliorare le mense scolastiche brandendo spaghetti e pomodoro, quello che si coltiva la verdura e la frutta personalmente...Quel Jamie ?"
"Yeah, baby.."
"Veramente il compito e' abbastanza da super eroe, oddio, non ha completamente il fisic du role, non e' magrissimo, diciamo che e' piu' stile mr. wonder...ma alla fine, si,  e' vero,  si e' dato una missione da super eroe. Beh, allora che facciamo? Carne?"
"Yeah baby". (Non hanno un gran vocabolario i super eroi...)

Ed ecco qui lo stufato di  Jamie Oliver, o meglio,  uno dei tanti. 
So che nella parte boreale del pianeta fa caldo...e puo' sembrare terribile lo stufato, ma tenetela per tempi piu' grigi. Questo ha il vantaggio che non bisogna rosolare la carne e i sapori si armonizzano con una lunga cottura a fuoco relativamente basso.  

Ingredienti:
  • Olio d'oliva
  • 1 noce di burro
  • 1 cipolla tagliata a dadini
  • alcune foglie di salvia fresca 
  • 800 gr de roastbeef o altra carne per stufato  tagliato a quadrati  5 cm circa.
  • maizena 
  • 2 carote
  • 500 gr di patate
  • mezza zucca tagliata a rondelle 
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro 
  • mezza bottiglia di vino rosso (ho usato un cabernet sauvignon, argentino ovviamente)
  • 250 ml de brodo di verdura
  • scorza grattugiata di un limone
  • alcune foglie di rosmarino
  • 2 spicchi di aglio triturati 

Come si fa:  

Scaldare il forno a 160 gradi (molto basso). In una casseruola soffriggere la cipolla con le foglie di salvia. Nel vrattempo infarinare la carne con la maizena e poi metterla nella casseruola con tutte le verdure, il vino, il brodo. Mescolare, salare e pepare. 
Cuando il tutto bolle coprire la casseruola e metterla nel forno (o trasferire tutto in una teglia coperta) e cocinare fino a che la carne sia molto tenera. Ci vogliono 3 o 4 ore...
Al momento di servire cospargere lo stufato con un po' del mix di scorza di limone grattugiata, rosmarino e aglio tritato. Rende il tutto molto profumato.
Se volete potete aggungere altre radici come la rape o altra verdura.

Accompagnare con un buon vino rosso. 

lunes, 7 de junio de 2010

Elogio de la Frittata


versione italiana in fondo

La frittata es una típica preparación italiana, asi' dicen los libros de cocina,  wikipedia , otras fuentes mas o menos ilustres. No me había dado cuenta de este simple hecho hasta que la revista la  Cucina Italiana lanzó hace unos dias un juego para proponer nuevas  frittatas. Esta es la mas tradicional revista de cocina italiana, se publica desde el 1929.
Empecé a investigar y la frittata la hace Jamie Oliver que en su sitio propone varias versiones, Gordon Ramsey, y otros chef mas o menos mediaticos. 
Fue una pequeña sorpresa ver que el plato "perezoso" de casa, en el sentido que lo hago cuando no tengo muchisima ganas de cocinar ,  tiene aristocraticos estimadores.
Ademas en italiano "fare una frittata"  se usa para decir: hacer algo mal...pero esta expresión popular no es tan corecta pues  en efecto la frittata tiene muchisimas ventajas:
  • es economica
  • es nutritiva
  • es una formidable herramienta para vaciar la heladera de verduras, quesos o otras cosas que andan por ahí medio abandonadas
  • es facil de hacer
  • es gluten free de base
  • se puede comer fría o caliente, por la tanto es una buena vianda para los chicos y los grandes también 
Al principio para participar a este consest de Cucina Italiana quería hacer una frittata al vapor, o una especie de milhojas de pequeñas frittatas, pero me di cuenta que no eran "La Frittata", no eran este plato tan simple pero con tanto sabor y casero y familiar.
Entonces aqui' van algunas sugerencias generales para hacer una buena frittata:
- se usan 2 huevos por persona
- se baten los huevos justo para amalgamar las yemas con las claras, sin incorporar aire
- mejor cocinarla en una sarten antiadherente
-la frittata se cocina a fuego  bajo, si tienen habilidad, cuando abajo tiene una pequeña costra denle vuelta con la ayuda de una tapa, si no la quieren dar vuelta pongan una tapa a la sarten,bajen el fuego hasta que se cocine la parte superior.
- se diferencia de la omelette porque se cocina en ambas caras y es suave pero no baveuse
Y este es mi pequeña versión de frittata que tuvo tambien un rol de vacia-heladera...

Ingredientes:
  • 6 huevos
  • 40 gr de parmesano rallado 
  • 10 gr de ricotta
  • 300 gr de arvejas (guisantes) (pueden ser también congelados o enlatados)
  • 5 cebollitas de verdeo
  • 6-7 hojas de menta
  • aceite de oliva
  • sal y pimienta
Como se hace:

Limpiar las cebollitas de verdeo y cortarlas en rodajitas.
Calentar el aceite en la sarten y agregar las cebollitas cortadas, dejar sofreir hasta que se doren y añadir las arvejas y salpimentar. Cocinar revolviendo de vez en cuando durante unos 10 minutos, depende también del tipo de arvejas que van a utilizar, si utilizan arvejas frescas, lo mejor es blanquearla antes unos minutos. Añadir las hojas de menta.
En un bol batir los huevos y mezclar la ricotta y el parmesano.
Verter la preparacion de huevos en la sarten con las arvejas y amalgamar los ingredientes.
Dejar cuajar la frittata, si quieren le dan vuelta, si no la tapan y bajan en fuego hasta que dore tambien la parte superior.

Buon Appetito... y pongan en la frittata lo que quieran..



ELOGIO DELLA FRITTATA


La frittata e' una tipica preparazione italiana, almeno cosí dicono i libri di cucina,  wikipedia ,  e altre fonti piu' o meno illustri, Non mi era resa conto di questo fatto  fino a che la rivista.  La Cucina Italiana  ha lanciato il contest di maggio sulla frittata. 
Ho iniziato a indagare e la frittata la fa  Jamie Oliver,  che nel suo sito la propone in varie versioni,  Gordon Ramsey, e altri chef piu' o meno mediatici. 
E' stata una piccola sorpresa vedere che il piatto "pigro" di casa, nel senso che la faccio quando non ho tanta voglia di cucinare, ha aristocratici ammiratori, 
In effetti la frittata ha moltissimi vantaggi: 
  • é economica
  • é nutriente
  • é una formidabile strumento per svuotare il frigo di verdure, formaggi, e altre cose che se ne stanno lí mezzo abbandonate
  • e´facile da fare 
  • é gluten free,di base
  • si puo' mangiare fredda o calda, per cui si adatta bene alla "schiscetta" 
All'inizio per partecipare al contest avevo pensato di fare una frittata al vapore, o una specie di millefoglie di frittatine ma poi mi sembrava che non sarebbero stata una "tipica frittata italiana", soprattutto per un blog bilingue con lettori non italiani. Non sarebbe stato quel piatto cosi' saporito e cosí  casalingo e familiare.
Cosi' ecco qui alcuni suggerimenti per fare una buona frittata (forse un po' ridondanti per gli italiani..):
- si usano 2 uova per persona (ma e' variabile...)
- si sbattono le uova giusto per amalgamare le chiare con i tuorli, senza incorporare aria 
- e' moolto meglio cucinarla in una padella antiaderente
- si cuoce a fuoco basso, e se avete destrezza  quando si forma una leggera crosticina in basso la girate con l'aiuto di un coperchio o di un piatto grande, se non vi va di fare giochi di abilitá la chiudete con un coperchio, abbasate ancora il fuoco fino a che non si rapprenda anche la parte superiore. 
- e' differente dall'omlette perche' si cucina da entrambi i lati ed e' morbida ma non baveuse 

E questa e' una mia versione che ha avuto anche un ruolo di svuota frigo:

Ingredienti:
  • 6 uova
  • 40 gr di parmigliano grattugiato 
  • 10 gr di ricotta
  • 300 gr de piselli (possono anche essere congelati o in scatola) 
  • 5 cipolotti 
  • 6-7 foglie di menta
  • olio d' oliva
  • sale e pepe
Come di fa:

Lavare i cipolotti e tagliarli a rondelline.
Scaldare l'olio in una pentola e aggiungere i cipolotti, lasciare soffriggere fino a che siano dorati. Versare i piselli nel soffritto, salare e pepare. Cucinare mescolando ogni tanto per circa 10 minuti, dipende dal tipi di piselli utilizzati. Se si scelgono freschi, meglio passarli prima per alcuni minuti in acqua bollente.
Aggiungere le foglie di menta.
In una ciotola battere le uova e unire la ricotta e il parmigiano, mescolando bene.
Versare le uova con i formaggi nella padella con i piselli e amalgamare gli ingredienti.
Lasciare rapprendere la frittata e girarla o altrimenti coprirla con un  coperchio e abbassare il  fuoco fino a che si rassodi anche la parte superiore

Con questa ricetta al contest della Cucina Italiana







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